December 3, 2023

Angelo scopre le regole non scritte ma rigide della cucina italiana

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Angelo van Schaik è un giornalista ed è stato corrispondente dall’Italia per 15 anni. Eppure come straniero è ben lontano dal conoscere tutte le regole non scritte ma molto rigide di quella sacra cucina italiana.

Sono seduti al tavolo dietro di me in un ristorante da qualche parte in Toscana. Due coppie di sessantenni passano una serata in questa trattoria semplice ma molto buona. Ordino un bicchiere di vino rosso, un robusto Sangiovese Ciliegino della Maremma, e studio il menu. Un onesto menu toscano con molti piatti veramente locali come le pappardelle alla lepre e i fettucini ai funghi porcini, ma anche un piatto a me sconosciuto: il peposo. Decido di andare all’avventura e scelgo questo manzo cotto nel vino rosso con molto pepe e radicchio alla griglia.

Gli italiani parlano sempre di cibo

Dietro di me inizia una discussione su ciò che è sul tavolo. Questa è una cosa che gli italiani fanno sempre mentre mangiano, parlano di cibo. Penso che questo dovrebbe essere condito con il basilico”, dice la donna dell’altra coppia. Ha i capelli corti e biondi e un paio di vistosi occhiali dorati e neri. Almeno, è così che lo faceva mia madre. Esattamente”, si aggancia alla donna di fronte a lei. Capelli ricci e un ospite un po’ troppo frequente nei ristoranti. Proprio come il peposo (ha fatto anche questa – eccellente – scelta), un po’ meno pepe sarebbe stato bello. Beh”, obietta il marito – barba grigia all’anca e capelli artisticamente scompigliati – “è così che si fa a Firenze”. ‘Sì, certo’, grida l’altro uomo del gruppo. ‘Eppure è un piatto senese’.

Il miglior olio d’oliva

Quindi è un piatto senese, un’altra lezione imparata, e sul pepe aveva ragione: poteva essere un po’ meno. Ordino un altro bicchiere di vino e mi stuzzico le orecchie. Quando arriva l’insalata, la conversazione si sposta sull’olio d’oliva e su come questo prodotto cambia il gusto di un piatto. Quello toscano è il migliore”, concordano tutti a tavola. Perché l’olio d’oliva della tua terra natale è sempre il migliore, non c’è dubbio. La mia ragazza è convinta che l’olio d’oliva siciliano sia il migliore. E non dell’Italia, ma, naturalmente, del mondo intero. Ecco perché mia suocera me ne manda 10 litri ogni anno, perché quell’olio di Roma non può essere buono.

Tradizione

Dato che parlare di politica, chiesa e calcio porta solo a discussioni, gli italiani preferiscono parlare di quello che c’è sulla tavola. Lo fanno sempre. E anche allora riescono a far passare le loro parole, perché il modo in cui la mamma fa il piatto a casa, o il modo in cui la tradizione lo impone, è sacro. E chi si intromette in questo, raccoglie il disprezzo o addirittura la rabbia.

 

 

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